PANE   Tutta la dolcezza ai vermi
  Lilium Produzioni / Venus (2008)
 
  1.   Frana dolce   
2.   Bolla celeste
3.   Abu Graib ------ mp3
4.   Giovanni Drogo
5.   Tu non dici mai niente ------ mp3
6.   Aprile
7.   Testamento ------ mp3
8.   Casa turchina
9.   Gallina
10. Vedrai vedrai
11. Voronež
12. Distanza amorosa ------ mp3
   
 
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   

------ TESTI .

------ RECENSIONI .
 
 
       
 

Musica e arrangiamenti Pane, eccetto:
"Tu non dici mai niente" (testo e musica Léo Ferré, ed.Fragola Blu)
"Vedrai vedrai" (testo e musica L. Tenco, ed. SonyBmg)
"Voronež" (testo tratto dai "Quaderni di Voronež" di Osip Mandel’štam)
"Distanza amorosa" (testo Antonio Porta)

 
     
 
 

Registrato al Real Sound Studio di Milano da Attila Faravelli nel Marzo 2007
Mixato al Bips Studio 2 di Milano da Attila Faravelli e Pane
Masterizzato da Maurizio Giannotti e gianCarlo Onorato al New Mastering Studio, Milano

 
     
     
     
 

Pane - Tutta la dolcezza ai vermi

Il ritorno della poesia nella musica italiana. Fuori da ogni collocazione, da ogni possibile catalogazione, l'esordio di Pane muove in un territorio che non si dovrebbe neppure definire, se non facendo appello alla più naturale predisposizione a considerare la canzone come un avvenimento poetico e null'altro. La grave malinconia come contraltare a un'intensa e persino tersa visione di spazi interiori, porta alla emissione di quadri in forma di canzone del quintetto romano, affidati solo a piano, voce, chitarra, percussioni, flauto traverso, rinnovando di brano in brano la tensione implosa, vagando tra la delicata sospesa ballata, fatta di un niente, di grappoli di note di pianoforte contrapposti ai profondi affanni di un cantato pregno di schietta ispirazione (Aprile, Voronež, Casa Turchina, Bolla Celeste) per la vocalità totale di Claudio Orlandi e i suoi potenti cambi di registro, passando per i dolorosi scenari di Abu Graib, dove testo e musica si immergono nella melmosa laguna della pietà e della ferocia, alle distillazioni del tempo che fanno rivivere il minimalismo d'anima di Buzzati in "Giovanni Drogo", per giungere alle pulsazioni di uno strepitoso testo del compianto Antonio Porta, "Distanza amorosa" cadenzato e inanellato con la rara densità di una danza ancestrale in cui il sesso diventa spiraglio di anima e di mondo, di vita e di morte. E il funerale Testamento, virtuale e sereno in un impulso liberato, posto a metà dell’opera sottolinea con meravigliante e bucolica freschezza le capacità immaginifiche di Pane.
Un disco senza mezzi termini, emesso con naturale veemenza e con altrettanta grazia sistemato su un sudario erboso. Un inno impercettibile ma a tratti fragoroso all'umanità colta nel suo più profondo anelito, mentre si rotola su se stessa, nella miseria e nella bellezza.
Le versioni di "Tu non dici mai niente" di Léo Ferré e di "Vedrai vedrai" di Luigi Tenco, non possono non recare brividi, a conferma della qualità interpretativa del gruppo romano.

Un disco suonato in assoluta libertà, senza le regole consuete, catturato in presa diretta rigorosa da Attila Faravelli, come si deve quando non si possono ammettere artifici, mantenuto in equilibrio e diretto da un gianCarlo Onorato qui più che mai regista più che produttore, attento unicamente a rendere l'incanto per quello che è, cercando un equilibrio, perché nulla vada sprecato, nulla vada perduto, e la poetica di una creatura in stato di grazia coli liberamente fino a chi sia in grado di assorbirla.

 

© (P) Lilium Produzioni 2008